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L'AGENZIA PER I BENI CONFISCATI: COSE DA SAPERE

Di Francesca Rispoli

Articolo tratto da Acmos.net

L’Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie, è una richiesta che da sempre Libera avanza ai governi. Chi si occupa di questa delicata materia non può infatti che constatare, giorno dopo giorno, le difficoltà che si accumulano e si ingarbugliano, difficoltà che solo un Ente dedicato, con personale specializzato, può riuscire a risolvere.

Per questa ragione Libera si è rallegrata della decisione assunta dal Ministro Maroni, di istituire finalmente l’Agenzia.
Dopo la finanziaria di dicembre e il decreto di febbraio, finalmente è arrivata la legge, la numero 50 del 2010, approvata il 31 marzo scorso.

Il testo passato al vaglio delle due Camere, contiene molti aspetti interessanti e condivisibili, che lasciano ben sperare sull’effettiva utilità della struttura.
Ma analizziamoli
1- in primo luogo è importante sottolineare che è stata modificata la parte del disegno legge in cui l’Agenzia avrebbe di fatto soppiantato il potere giudiziario, nella fase relativa al sequestro; questa prima formulazione è stata sostituita da una formula che prevede la collaborazione tra Agenzia e Tribunali;
2- in secondo luogo va sottolineato un altro aspetto che tanto ci sta a cuore, quello relativo cioè alla vendita dei beni: il provvedimento di vendita non può essere a beneficio di un privato, ma solo di enti collettivi, quali Fondazioni, associazioni di categoria, enti locali. Chiunque acquisti i beni ha l’obbligo di non cederli per almeno 5 anni: ciò dovrebbe limitare operazioni spregiudicate di speculazioni immobiliari. Inoltre su chi acquista è chiesto il parere del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza. La vendita è comunque una via residuale rispetto all’assegnazione ed è anche caduto il termine che fissava in 180 giorni il periodo entro cui l’Agenzia doveva destinare i beni: si è preso evidentemente atto che i tempi non possono che essere più lunghi.

Restano tre preoccupazioni, che nell’arco dei prossimi mesi  faranno definitivamente capire se si fa sul serio oppure no.
Bisogna capire se oltre alla sede di Reggio Calabria si apriranno delle sedi decentrate: ad oggi rimane ancora centrale l’attività che si fa a Roma, in via dei Prefetti, proprio sopra la Bottega di Libera (destino!).
Bisogna capire quando sarà attivo il sito internet e che tipo di aggiornamento ci sarà: questo infatti da legge è il luogo deputato per tutte le informazioni relative ai nuovi sequestri, alle confische, alle vendite.
Bisogna capire se l’organico di trenta persone, fin qui previsto, potrà allargarsi e a che figure: c’è infatti bisogno di funzionari che conoscano la materia, per poterla gestire al meglio.

Intanto si è già svolto il primo incontro ufficiale tra Libera e il Direttore dell’Agenzia, che ha dimostrato piena collaborazione e voglia di risolvere le questioni aperte e spinose.

Speriamo che tutto vada per il meglio e che finalmente questo strumento, da noi tanto agognato, possa funzionare e non essere l’ennesimo pachiderma burocratico. Noi monitoreremo strenuamente. E’ il compito che ci hanno affidato le 200.000 persone che a dicembre hanno firmato l’appello contro la vendita dei beni confiscati.

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