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Rassegna Ottobre 2012

Rassegna Ottobre 2012

Risata LIBERA

 

Unilibera organizza una serata per farsi conoscere e per fare rete!!

Apericena con i prodotti di Libera Terra a 6 €

Spettacolo dei comici di zelig off – Anonymous

Giochi da tavola

Musica e balli accompagneranno la serata!!

Sarà un’occasione per conoscere la nostra realtà in modo semplice e informale!

 

 

Rassegna stampa Settembre 2012

rassegna stampa settembre

IN RICORDO DEL GENERALE DALLA CHIESA

DESTINO INCROCIATO: STORIA DI TRE CARABINIERI

 

L’anno 1920 diede gli annali a tre carabinieri che immolarono la propria vita di fronte a tre delle piaghe che hanno segnato la nostra storia. (unilibera.liberapiemonte.it)

 

Oggi Carlo Alberto, Enrico e Salvo avrebbero circa 92 anni, forse sarebbero ancora vivi se, indossando la divisa da carabiniere, avessero fatto scelte diverse, dettate meno dal senso del dovere e più da circostanze di convenienza.
Tutti e tre appena ventenni intrapresero la carriera militare.
Carlo Alberto Dalla Chiesa e Enrico Galvaligi, tenenti dell’Arma, dopo l’8 settembre 1943, senza esitazioni, scelsero di non prestare fedeltà alla Repubblica Sociale e di arruolarsi nelle file partigiane, per combattere il nazifascismo e proteggere la popolazione civile.
Per Salvo D’Acquisto le cose andarono diversamente. Dopo l’8 settembre continuò a prestare servizio presso la stazione dei carabinieri di Torrimpietra vicino Roma. Il 22 settembre alcuni soldati tedeschi, nell’ispezionare nella zona, alcune casse di munizioni e ordigni, furono colpiti da un’esplosione e due di loro morirono. Il comandante del nucleo delle SS minacciò la rappresaglia se non si fossero trovati i responsabili. Il giorno dopo seguì il rastrellamento di ventuno persone dichiaratesi innocenti, e fu prelevato anche il vice brigadiere D’Acquisto, in vista della loro fucilazione per vendicarsi della morte dei soldati tedeschi. Non servì a nulla ribadire la propria innocenza, il destino degli ostaggi era segnato.
Ma è in questi istanti che gli uomini devoti al senso del dovere fanno scelte che possono cambiare le sorti delle persone. Il Carabiniere fu visto parlare con un ufficiale delle SS, subito dopo i ventuno ostaggi furono rilasciati.
Salvo D’Acquisto si autoaccusò (anche se estraneo ai fatti) dell’attentato (più probabilmente un incidente), per salvare la vita a ventuno persone innocenti. Un sacrificio a cui pochi sarebbero andati incontro, eppure non finisce qui. Mancava poco perché Salvo fosse fucilato, gli ostaggi ormai liberati furono fatti allontanare, e uno di questi anni dopo racconterà che il Carabiniere, prima dell’ultimo istante di vita, lanciò un grido: “Viva l’Italia”. Seguì inesorabile la raffica d’arma da fuoco. Persino i suoi assassini riconobbero il suo eroismo.
Significativa una frase attribuita a D’Acquisto: “Se muoio per altri cento, rinascerò altre cento volte, dio è con me e io non ho paura”. Inevitabile l’assegnazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare, il più alto riconoscimento, in quanto “affrontava così- da solo- impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di massimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”.
La guerra finì, l’Italia era stata liberata, Carlo Alberto e Enrico, diventando in seguito amici, prestarono servizio in diverse località della penisola. Dalla Chiesa si distinse inoltre per eccellenti operazioni in Sicilia contro la mafia.
Si giunse agli anni ’70, anni difficili, in cui i giovani, mossi da ferventi ideali contrapposti, morivano per le strade delle città, dove destra e sinistra si fronteggiavano in una lotta fratricida.
Erano gli “anni di piombo” in cui sorsero gruppi terroristici rossi e neri che avrebbero minato l’assetto democratico e insanguinato l’Italia.
La lotta tra Stato e terrorismo durò anni, si susseguirono stragi e uccisioni compiute dai Nar e altri gruppi di estrema destra, e ancora omicidi da parte delle Brigate Rosse, Prima Linea e altre fazioni. Uno degli episodi più eclatanti fu il rapimento e l’eliminazione di Aldo Moro.

Al Generale Dalla Chiesa vengono conferiti poteri speciali contro il terrorismo, infatti comandava un nucleo che aveva competenza molto estesa. Conduce operazioni di spicco che consegnano alla giustizia pericolosi terroristi.
Il Generale Galvaligi intanto operava a Roma, e ricevette un nuovo incarico da Dalla Chiesa: il coordinamento dei servizi di sicurezza per gli istituti di pena e prevenzione. Un rischioso incarico che consisteva nel mantenere la sicurezza nelle carceri dove erano detenuti i più pericolosi terroristi. Nel 1980 Enrico Galvaligi da Roma condusse una delicata operazione che lo portò ad ordinare l’intervento del G.I.S.(Gruppo Interventi Speciali) dei carabinieri per fermare una rivolta all’interno del carcere di Trani innescata da facinorosi eversivi. Tutto si concluse al meglio e senza spargimenti di sangue, un risultato importante. Pochi giorni dopo la vendetta non si fece attendere. Andava colpito chi rappresentava in quel momento il rigore dello Stato di fronte alla minaccia terroristica. Il Generale Enrico Galvaligi fu ucciso da un commando delle Br a Roma il 31 dicembre 1980. Fu insignito della Medaglia d’oro al Valor Civile in quanto “perseverava nella propria missione con assoluta dedizione e sprezzo del pericolo, in difesa delle istituzioni e nell’interesse della comunità”. Dalla Chiesa perse uno dei suoi più fidati amici e colleghi.
E’ il 1982 e l’alto ufficiale col grado di Generale di divisione prende in mano l’incarico di Vice Comandante Generale dell’Arma, il più rilevante ruolo mai ricoperto da un carabiniere fino a quel momento.
Il 30 aprile dello stesso anno,Pio La Torre, segretario regionale del Partito Comunista in Sicilia e deputato, viene ucciso a Palermo in seguito alla sua intensa attività antimafia che culminò con la proposta in Parlamento di una legge che istituiva il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso e un’altra che prevedeva la confisca dei beni agli affiliati alle organizzazioni criminali. L’uomo più adatto a contrastare il fenomeno mafioso è Carlo Alberto Dalla Chiesa, che già si era fatto conoscere in Sicilia nei decenni precedenti. Ma questa volta farà il suo arrivo a Palermo in veste di prefetto. Il Ministro Rognoni gli promise poteri speciali contro la mafia. Questi poteri non gli furono mai assegnati. Lamentava:”Mi mandano in una realtà come Palermo con gli stessi poteri del prefetto di Forlì”. Nonostante alcuni successi ottenuti in un’intervista rilasciata a Giorgio Bocca espresse tutta la sua amarezza e solitudine. Dopo “100 giorni a Palermo” il 3 settembre 1982 fu ucciso in via Carini con sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo, che era alla guida dell’auto in cui furono freddati.
Significativo il cartello lasciato sul luogo del massacro:”Qui è morta la speranza dei palermitani onesti”.
A coronamento di una vita spesa in difesa di valori come la libertà e la democrazia gli fu conferito il più alto encomio al valori civile, dopo altri numerosi riconoscimenti.
E’ stata raccontata qui la storia di tre uomini che si batterono, ognuno coi propri mezzi, contro il nazifascismo dalla cui sconfitta nacque la Repubblica Italiana, e contro altri fenomeni criminali che recarono un ingente sofferenza, come il terrorismo, alla vita democratica del paese, o che tengono ancora oggi sotto scacco intere aree d’Italia, come la mafia.
Sono stati ricordati tre carabinieri troppo spesso dimenticati, nati nel ’20, che, anche se uccisi, hanno tramandato fino a noi l’imprescindibile importanza del senso del dovere, espresso da un irrinunciabile servizio alla collettività, che vorremmo ritrovare anche in chi oggi, assume l’alto compito di esser fedele alla Repubblica, osservare la Costituzione e le leggi in nome del più nobile tra i giuramenti.

SIATE IL CAMBIAMENTO

FLARE Network e Matamatò, in collaborazione con LIBERA e Torre di Abele

 

SIATE IL CAMBIAMENTO

19 Luglio

Kalippo – Punto verde del Parco del Valentino

Giornata dedicata alla memoria di Paolo Borsellino e all’educazione alla legalità

Un pomeriggio dedicato ai più piccoli per far capire cos’è l’antimafia sociale e come ognuno di noi, nel suo piccolo, possa fare qualcosa. Un momento per raccontare due figure molto importanti per il nostro Paese, due esempi molto diversi tra loro ma strettamente legati: Paolo Borsellino e Rita Atria, giovane testimone di giustizia che si uccisa in seguito alla morte di Paolo Borsellino il 26 Luglio 1992. La sera un dibatto per confrontarci sugli strumenti a disposizione dello Stato e delle organizzazioni sociali per il contrasto al crimine organizzato in Italia e in Europa.

FLARE, Matamatò e LIBERA in collaborazione con LIBERA TERRA, Torre di Abele e ASAI,

ore 17:00  – L’anti-mafia sociale in Piemonte – progetti, attività e messa in pratica

LIBERA – Libera Piemonte

Cascina Caccia – Referente ACMOS Sara Lege

UniLIBERA – Presidente Rocco Craparotta

Consigli per le letture di Rocco Pinto – Torre di Abele

ore 19:00 – 21:00  – Cena con i prodotti di LIBERA TERRA

0re 21:00 – 22:30  – Il contrasto al crimine organizzato in Italia e Europa

intervengono:

Giancarlo Caselli – Procuratore Capo Procura della Repubblica di Torino

Alberto Perduca – Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Torino

Roberto Forte – Direttore di FLARE Network

Roberto Tricarico – Presidente della Commissione Speciale Antimafia del Comune di Torino

modera il dibattito Gianluca Gobbi di Radio Flash

Proiezione di “Uomini soli” di Attilio Bolzoni

Durante tutta la giornata saranno presenti i banchetti delle BOTTEGHE LIBERI SAPORI E LIBERI SAPERI

PINO MASCIARI È TORNATO!!!


 

COMUNICATO STAMPA

 Io Pino Masciari ho ed avrò sempre grande rispetto per le regole  dello Stato e attenzione per l’altrui e la mia sicurezza.

 Per questo e nessun altro motivo mi sono sentito costretto ad auto-  proteggermi e a tornare a casa, non ritenendo giusto di esporre i  civili che mi stavano accompagnando in quanto  versavo, per  l’ennesima volta, privo di protezione in terra di Calabria.

 Di seguito la mia comunicazione inviata il 24 maggio 2012 ore 9,00  all’Autorità Territoriale per avvisare del mio stato e della mia  indotta e forzata scelta prima di praticarla.

G. MASCIARI

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INCONTRO "CORRUZIONE: QUANTO CI COSTA?"

Siamo il paese in cui 20 anni fa scoppiò lo scandalo Tangentopoli. In seguito all’inchiesta di “Mani Pulite“, si scoprì che “la mazzetta” era ormai diventata centrale nei rapporti politica-imprenditoria-affari, tanto che i pm coniarono il termine “DAZIONE AMBIENTALE”: significava che “dare” la mazzetta era un’azione ormai intrinseca al sistema.

Il problema di fondo non riguarda solo le misure decisamente poco adeguate al contrasto di questo fenomeno criminale, ma anche le ricadute che tutto questo ha sull’intera economia del paese.

Nel 1980 il debito pubblico corrispondeva al 60% del PIL. Nel 1992, anno in cui Tangentopoli venne scoperchiata, si calcolava al 120%.

OGGI, la Corte dei Conti stima che la corruzione costa alle casse dello Stato italiano 60 miliardi di euro all’anno.

Una cifra che rappresenta l’importo di due o tre manovre finanziare.C’è da riflettere!

UNILIBERA, in collaborazione con il Presidio di Libera “Ninni Cassarà” vi invita a partecipare all’incontro:

CORRUZIONE: quanto ci costa?

17 Aprile 2012
h.16:00

Palazzina Einaudi – AULA 7
Lungo Dora Siena, 68/a – Torino

Interverrano:

• Raphael ROSSI – Tecnico in tema di rifiuti e testimone di giustizia di un inchiesta riguardante l’AMIAT di Torino, nella quale ha esposto una denuncia per corruzione;

Alberto VANNUCCI – Docente presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pisa e ideatore presso la stessa Università del Master “Analisi, prevenzione e    contrasto della criminalità organizzata e della corruzione” promosso in collaborazione con Libera e Avviso Pubblico”.

Ingresso libero fino ad esaurimeto posti.

info:  unilibera@gmail.com

"unVENTOdiPOTERE" ALLE OFFICINE CORSARE

 Avete mai giocato a carte?
 Si possono fare molti giochi con le carte. 
 Quattro semi, le figure, il cavallo, il Re…
 Chiunque sa che per vincere ci vogliono abilità e fortuna.
 Poi ovviamente sta al giocatore non farsi ipnotizzare, non cadere in quel labirinto  che ti fa perdere il senso della realtà.
 C’è qualcosa di magico in queste carte…
 In queste figure, in questi disegni…
 Avete mai provato a guardare ogni singola carta, ma veramente?
Vi siete mai chiesti se sia davvero possibile leggerci dentro un destino?

Le carte di “Un Vento di Potere” raccontano le storie e le parole della ‘ndrangheta, con i suoi riti, le sue figure, i suoi labirinti di controllo e gestione in tutta Italia.
Le carte raccontano dei destini incrociati di un giovane, un politico, un imprenditore e un vecchio.
Le carte raccontano del potere delle parole e della ferocia del silenzio.

UniLibera invita tutti allo spettacolo “Un Vento di Potere” che si terrà Martedì 3 Aprile 2012 alle h 21.00 nel cubo del TYC (Officine Corsare, Via Pallavicino 35).

INGRESSO GRATUITO

Per maggiori informazioni sullo spettacolo visitate la pagina http://unventodipotere.liberapiemonte.it/

21 MARZO 2012: PALAZZO NUOVO

 

Dal 1996 ogni 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le  vittime innocenti di tutte le mafie. Il 21 marzo è il simbolo della speranza che si rinnova ed è anche  occasione di incontro con i familiari delle vittime che in Libera hanno trovato la forza di risorgere  dal loro dramma, elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il  dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace.

 E’ stata scelta questa data per vari motivi:

 21 marzo, primo giorno di primavera, per questo grande abbraccio ai familiari delle vittime.

 21 marzo perchè è un giorno di speranza, si lascia l’inverno per avviarsi alla primavera.

 21 marzo perchè non è collegato ad un evento tragico particolare.

 21 marzo perchè potesse accogliere tutte le vittime innocenti

 21 marzo per restituire il diritto al nome anche alle vittime dimenticate o mai conosciute.

UniLibera vuole ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie con la lettura dei nomi dentro l’università. Il 21 Marzo 2012 h 12.00, nell’atrio di Palazzo Nuovo, leggeremo insieme la lunga lista dei nomi.

Chi vuole partecipare alla lettura dei nomi, può farlo scrivendo al nostro indirizzo: unilibera@gmail.com

Vi aspettiamo numerosi!

I MILLE DI CALATAFIMI

Studenti corleonesi vincono il premio giornalistico dedicato a Mauro Rostagno. Caselli ai giovani: «rinunciare a compromessi e denunciare illegalità»

 Molti di loro sono partiti alle prime luci dell’alba con tanto sonno e un pizzico di emozione. Altri sono        giunti da province più vicine e molti altri ancora hanno seguito a distanza questo concorso giornalistico    che li ha visti lavorare con 56 scuole della regione su informazione e antimafia. All’appuntamento con la    quarta edizione del premio “Mauro Rostagno” sono arrivati in seicento, una delegazione degli oltre mille  partecipanti. I Mille di Calatafimi Segesta: giovani impegnati e curiosi intenzionati a capire quale possa  essere oggi il ruolo della società civile nella lotta alle mafie. A Calatafimi Segesta al premio organizzato  dal presidio locale di Libera e dal settore informazione e formazione dell’associazione, ad attenderli,  quest’anno c’è il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli.

A selezionare i lavori realizzati dai ragazzi una commissione di giornalisti presieduta dal direttore della sede Rai Sicilia, Salvatore Cusimano, i colleghi, Rino Giacalone (collaboratore di numerose testate nazionali, da Libera Informazione al Fatto quotidiano) Manuela Modica, collaboratrice per L’Unità e Repubblica, Renato Camarda, già direttore de “L’Isola Possibile” responsabile del settore informazione di Libera a Catania e Davide Mancuso, redattore de “A Sud d’Europa”, testata del Centro Studi Pio La Torre. Il primo posto, fra i cinque finalisti, è andato al gruppo di studenti del liceo di Corleone, rappresentati da Bianca Rumore.

 

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