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IN SCIOPERO PER LA PROPRIA DIGNITA'




di Anna Petrozzi – 3 settembre 2009
Palermo. A Palermo e in altre città prosegue la protesta dei precari rimasti senza lavoro. Nel grande silenzio dei media. Cento persone che scioperano in un presidio giorno e notte.


Sotto il sole cocente, il caldo torrido e la spazzatura alcuni hanno persino deciso di fare lo sciopero della fame. Sono gli insegnanti delle scuole palermitane e i tecnici dell’Ata che si sono visti tagliati fuori senza appello dalla nuova legge Gelmini.
Se inizialmente il criterio di rotazione prevedeva l’ingresso in pensione per gli aventi diritto e la consequenziale immissione in ruolo dei precari, secondo le graduatorie, al momento dei fatti si è verificata solo la prima condizione. Il resto: tagli indiscriminati e a prescindere.
Inutili i tentativi di ottenere da parte di padri e madri di famiglia un tavolo di trattativa con il governatore Lombardo e ancora più impossibile cercare di far uscire la notizia dal circuito dell’isola.
Benché la protesta si sia poi diffusa in tutta Italia i mass media nazionali hanno fatto appena appena cenno alla questione e persino 10 giorni di sit-in sono passati nel silenzio totale.
Vano anche il tentativo di richiamare l’attenzione dei Tg pubblici e privati nazionali.
Da Mediaset hanno risposto che se non c’è il morto non si muovono.
Eccola l’informazione nostrana tutta concentrata sulle schermaglie tra i mega direttori de il Giornale e  L’Avvenire nel classico scontro tra poteri mentre famiglie intere sono prive dei mezzi di sostentamento.
La ministra da parte sua ripete sempre la solita litania “la protesta è strumentalizzata dalla sinistra” invece di ascoltare e capire che di politica questa gente che deve sfamare i propri figli non ne vuole proprio sentire parlare. Anche se è vero che tanti pezzi da Novanta dell’opposizione hanno già fatto passerella.
Risultato? E’ di oggi la notizia di un possibile accordo tra i sindacati e il governo su un bonus di E.700 da destinare secondo graduatoria, ma gli insegnanti non ci stanno. Non intendono accettare quest’elemosina in cambio del lavoro che spetta loro di diritto.
In tutto questo mercimonio a farne le spese è la qualità della nostra scuola, senza mezzi, con classi stracolme e insegnanti demotivati e malpagati. E ovviamente i nostri bambini e ragazzi. Poi ci chiediamo perché non sanno cosa siano il rispetto e l’educazione. Perché non vedono prospettive di vita solide e si accasciano su modelli televisivi a dir poco superficiali e vuoti.
Per non parlare di sesso, droga e violenza. Ma questa è un’altra puntata della storia di degrado in cui sta sprofondando l’Italia.

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Articolo tratto da AntimafiaDuemila

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