Andare all’estero non significa perdere i legami con la propria terra. Non significa staccare la spina e voltare le spalle al proprio Paese. Andare all’estero significa anche portare pezzi del proprio Paese in altri Stati. Significa far viaggiare la propria terra attraverso le tue azioni. Alcuni ragazzi in Erasmus o in specialistica hanno voluto portare nel loro Paese ospitante il meglio dell’Italia : il movimento antimafia. L’hanno fatto in modo semplice, attraverso interviste su cosa i loro amici stranieri pensassero della mafia e attraverso una breve lettura dei nomi delle vittime innocenti di mafia. L’hanno fatto per aggiungere nuovi nodi alla rete. Per crescere sempre di più perché l’antimafia deve organizzarsi anche al di fuori dell’Italia. Bisogna preparare il tessuto sociale ad accogliere il fenomeno mafioso, creare gli anticorpi, fornire le conoscenze per comprendere cosa accade e quindi apprestare gli strumenti utili per prevenire e combattere le mafie. Girare questo video ha dimostrato come ci siano tanti ragazzi pronti ad accogliere la proposta di creare una rete di legalità e giustizia. C’è tanto da fare a livello di formazione e sensibilizzazione. Bisogna partire dalla memoria. Ricevere pugni nello stomaco per poi tramutare la rabbia in energia operativa. Il primo 21 marzo a Bruxelles, cuore dell’Europa, è stato un segnale importante. E’ stato il primo passo di un percorso che necessita dell’attenzione e sostegno di tutti. Siamo già in ritardo rispetto alle mafie. Queste hanno varcato i confini già da anni. E’ giunta l’ora che anche l’antimafia lo faccia con più convinzione e determinatezza. C’è il bisogno del sostegno di tutti. Grazie a chi si pone obiettivi ogni giorno più grande e si butta in nuove imprese non avendo il sentiero già tracciato.
guardate il video e condividete 🙂
https://www.youtube.com/watch?v=UlRV7es5rbc
Sara Secondo
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