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CINA: 11 ANNI DI PRIGIONE PER LIU XIAOBO, ATTIVISTA PER LA LIBERTA' DI PAROLA

Un tribunale di Pechino ha condannato il giorno di Natale, il noto attivista cinese per la libertà di parola Liu Xiaobo 刘晓波 a 11 anni di prigione per aver postato articoli espliciti online e per aver contribuito alla redazione della Carta 08, un appello per l’introduzione di riforme democratiche. Ha rischiato addirittura una pena di 15 anni. Il dissidente ha già deciso che ricorrerà in appello.

“E’ una vergogna che Liu Xiaobo stia per trascorrere i prossimi 11 anni in prigione, quando non ha fatto altro che difendere la libertà d’espressione e partecipare ad un dibattito sul futuro del suo paese insieme ad altri intellettuali cinesi”, ha detto Reporters sans frontières. “E’ ancora più una vergogna che una tale sentenza sia stata annunciata il giorno di Natale.”

L’organizzazione per la libertà di stampa ha aggiunto: “Dove sono i valori universali di libertà di espressione che la Cina dovrebbe rappresentare a Shanghai nel 2010? La pressione nazionale ed internazionale affinché questo noto dissidente venga rilasciato devono raddoppiare. La comunità internazionale non può lasciarsi manipolare dalle autorità cinesi, che stanno cercando di minimizzare le reazioni, concludendo il caso durante le feste di fine anno.”

Arrestato nel dicembre 2008, Liu ha trascorso un anno in prigione prima di essere formalmente imputato di eversione. Decine di giornalisti, diplomatici stranieri e sostenitori di Liu sono stati mantenuti alla larga dal tribunale. La moglie di Liu, che voleva partecipare, non ha potuto lasciare la propria residenza.

Questa non è la prima volta che il periodo natalizio è diventato particolarmente pericoloso per gli attivisti cinesi per i diritti umani. (vedere l’articolo predente previous release.  )

Inspirata alla Carta 77, il documento circolante tra i dissidenti cecoslovacchi nel 1977, la Carta 08 è stata pubblicata l’8 dicembre 2008, due giorni prima del 60simo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Inizialmente firmata da 300 intellettuali e attivisti per i diritti umani, ora presenta più di 10.000 firme.

Reporters Sans Frontières







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