Unilibera – presidio Roberto Antiochia Rotating Header Image

La scorta concessa ai deputati Antonio Razzi e Domenico Scilipoti

tratto dal Blog di Pino Masciari

Come è noto Pino Masciari nel 2010 ha concordato la conclusione del Programma Speciale di Protezione in comune sintonia con il Ministero dell’Interno; dando cosi inizio ad una nuova fase della sua vita e quella della famiglia. Al suo fianco ha le Istituzioni e la società civile. Pino Masciari oggi, vive alla luce del sole, pur sussistendo e permanendo più che mai l’elevato e reale pericolo di vita. Dal dicembre 2009, vive “sotto scorta” delle autorità competenti e dell’Ucis.

Noi Amici di Pino Masciari, al suo fianco da anni, nei quali abbiamo constatato i pericoli e le difficoltà conseguenti alla scelta coraggiosa da lui compiuta, desideriamo porre una riflessione pesante su quanto accaduto. In un momento critico come quello presente con fatti, indagini e sentenze che raccontano ogni giorno dell’altissima infiltrazione mafiosa nel tessuto sociale e imprenditoriale in Italia, ci chiediamo fortemente con quale criterio si assegni istantaneamente la scorta ai parlamentari scavalcando tutti gli esponenti della società civile e gli imprenditori minacciati dalle mafie e tutt’ora privi di scorte, di sicurezza? Quali sono i criteri di priorità utilizzati dalle istituzioni preposte, chi ha sancito tali criteri? Attendiamo con attenzione la risposta a questo quesito, come da nostro diritto.

Riportiamo di seguito il comunicato stampa del senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica:

La scorta negata a Masciari concessa a Razzi e Scilipoti

In Italia vi sono persone che hanno dedicato la propria vita alla lotta alla criminalità, che si sono esposte fino a rischiare ogni giorno di essere uccise, fatte fuori ammazzate da chi voleva loro chiudere la bocca. Personaggi dall’alto valore etico, eroi per caso, persone comuni, imprenditori , cittadini o magistrati, spesso lasciati soli nella loro lotta, abbandonati dallo Stato senza protezione. E’ di oggi , invece,  la notizia che ad Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, due personaggi divenuti noti solo per la loro scorrettezza politica, fuoriusciti dal nostro partito in occasione del voto di fiducia per schierarsi con la maggioranza, a loro  il ministro Maroni ha concesso la scorta, un fatto vergognoso, difficile anche da commentare. Nei prossimi giorni darò vita ad azioni di protesta per denunciare come il ministro degli interni sperpera il denaro dei cittadini italiani mettendo a disposizione mezzi e uomini a chi non conosce la vergogna, a chi si è lasciato corrompere partecipando a quella che è la triste prassi di questa maggioranza di governo: la compravendita dei deputati. La scorta a Razzi e Scilipoti la voglio commentare raccontando la storia di un uomo a cui è stata negata qualsiasi protezione, un uomo abbandonato dallo stato, un uomo che nulla ha a che fare con chi passa da un partito ad un altro solo per convenienza e miserabili tornaconti. La storia di Giuseppe Masciari, uomo senza scorta, contrapposta a quella di Razzi e Scilipoti, a cui è stata concessa la scorta. L’indignazione è un sentimento che può generare una rivoluzione, invito tutti, pertanto ad indignarsi perché la scorta a due traditori è una vergogna che i cittadini italiani non meritano.

Giuseppe Masciari è un imprenditore edile calabrese, nato a Catanzaro nel 1959, sottoposto a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997, insieme a sua moglie (medico odontoiatra) e ai loro due bambini. Pino ha denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica.La criminalità organizzata ha distrutto le sue imprese di costruzioni edili, bloccandone le attività sia nelle opere pubbliche che nel settore privato, rallentando le pratiche nella pubblica amministrazione dove essa è infiltrata, intralciando i rapporti con le banche con cui operava. Tutto ciò dal giorno in cui ha detto basta alle pressioni mafiose dei politici ed al racket della ‘ndrangheta. Il sei per cento ai politici e il tre per cento ai mafiosi, ma anche angherie, assunzioni pilotate, forniture di materiali e di manodopera imposta da qualche capo-cosca o da qualche amministratore, nonché costruzioni di fabbricati e di uffici senza percepire alcun compenso, regali di appartamenti, e acquisto di autovetture: questo fu il prezzo che si rifiutò di pagare.Fu allontanato dalla sua terra per l’imminente pericolo di vita a cui si è trovato esposto lui e la sua famiglia.Da allora sono trascorsi undici lunghi anni.Undici anni vissuti “da deportato” in una località protetta, senza alcuna speciale protezione, senza alcun cambiamento di identità, senza alcuna possibilità di lavoro, nè per lui, nè per sua moglie e con l’esilio perpetuo dalla sua terra a seguito della delibera della Commissione Centrale del Ministero dell’Interno del 28 luglio 2004, che così decide: “ritenuto che sussistono gravi ed attuali profili di rischio che non consentono di poter autorizzare il ritorno del Masciari e del suo nucleo familiare nella località d’origine”.E’ iniziato un calvario, un vivere senza più dignità e senza diritti.Nei processi istruiti grazie alle sue denunce, è stato accompagnato con macchine con la targa recante le generalità della località protetta, spesso attraverso viaggi al limite dell’umano. Alle volte, in aula, è stato fatto sedere accanto ai suoi stessi aguzzini.I giudizi dei Tribunali e le sentenze rilevano che “le dichiarazioni del Masciari sono da sole idonee a fondare un giudizio di gravità indiziaria ed evidenziano l’elevata attendibilità del dichiarante il quale si è determinato a riferire intorno alle vicissitudini al prezzo di un totale sconvolgimento della propria esistenza posto che, a seguito delle accuse mosse, è stato sottoposto allo speciale programma di protezione” ( Nota della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro del 14 ottobre 2000). E così sono fioccate le condanne, nei confronti di esponenti delle famiglie ‘ndranghetiste più potenti e pericolose, ma anche nei confronti di un giudice Consigliere di Stato.Ora il testimone di giustizia chiede il ripristino dei suoi diritti. Lo sancisce la legge.

0 Comments on “La scorta concessa ai deputati Antonio Razzi e Domenico Scilipoti”

Leave a Comment