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Cara Italia, gli Studenti ti scrivono

Sono ormai 22 giorni che Agraria e Veterinaria vivono l’Università, con 40 tende, lezioni all’aperto, sostegno dei Sindaci di Collegno e Grugliasco e delle famiglie (tanto che domani mattina, dalle 12 in poi, sul prato della Facoltà si proclemeranno i primi laureati dell’anno!).
Domenica, Elisa Mascetti, una dei due rappresentanti degli studenti di Agraria, ha preso carta e penna per scrivere… all’Italia. L’Italia che verrà, l’Italia che sta crescendo con noi, l’Italia che tutti stiamo costruendo. Condividendo e sottoscrivendo le sue parole, rivolgiamo un invito a tutti a ffinchè l’opera epistolare continui: la nostra Elisa ha già scritto alle Istituzioni sorde, ma abbiamo così tanto da dire che siamo certi che le pagine si moltiplicheranno. Gli strumenti di questa nostra mobilitazione sono innanzitutto fatti di dialogo e di confronto: continuiamo a esprimerci, a informare e a informarci, a comunicare.

Cara Italia,
La Repubblica per cui lottiamo, s’ inTENDE!

Grugliasco, Torino, Domenica 26/10/2008
Dal campeggio d’occupazione delle Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria Università di Torino.

Cara Italia,
Siamo qui ormai da venti giorni sai? Accampati nei prati delle nostre Facoltà, Agraria e Medicina Veterinaria. Sentiamo forte l’esigenza di portare testimonianza a qualcuno di queste giornate che stiamo vivendo, e così abbiamo deciso di raccontarle a te, di scriverle in forma di lettera ad un ragazzo, o ad una ragazza, ad uno che verrà dopo di noi, dopo questa nostra piccola grande battaglia.

Abbiamo scelto di chiamarti Italia per ricordarci, e ricordare a tutti, il nostro attaccamento alla Repubblica che porta il tuo nome: quella fondata sul lavoro; quella in cui l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento; quella, insomma, costruita dai nostri nonni partigiani con la guerra di liberazione.

Tutto è cominciato per noi, quando a fine settembre, con troppo ritardo, l’università italiana si è resa conto che una legge di stato andava contro a quello che la Repubblica deve difendere: un’istruzione pubblica, libera, e garantita a tutti, fino ai gradi più alti.

Ecco, Italia, ora il nostro governo, con i suoi provvedimenti ci dice che non sarà più così.

Bisognava fare qualcosa. Qualcosa di più di appendere qualche striscione e lasciare che il vento e la pioggia lo facesse stingere, qualcosa di diverso che bloccare le lezioni, perchè sottarci proprio il diritto allo studio per cui vogliamo lottare?

“ Ma pensa che figo sarebbe piantare le tende qui e abitarla la nostra università!”- è tutto iniziato con questa frase, un po’ buttata lì, tanto per interrompere un silenzio troppo lungo.

E poi… bhe, poi a tutti sono cominciati a brillare gli occhi: tutti hanno cominciato ad immaginarsi il prato davanti alle aule studio pieno di tende colorate e fuochi di bivacco! E allora la frase lanciata lì si è trasformata: si è cominciato a discuterne seriamente, e subito dopo le discussioni si è cominciato a fare: a fare davvero qualcosa! FARE! Quanti sanno ancora tirarsi su le maniche e mettersi a fare qualcosa, farlo per se stessi e per gli altri senza che ci sia un confine: tra lottare per migliorare la propria condizione e lottare per gli altri; con e per i precari, poco più grandi di noi che si trovano senza più speranza di un futuro stabile se si bloccano le assunzioni, con e per i nostri docenti e ricercatori che si trovano sempre più impossibilitati al lavorare per noi e per il paese, per le famiglie che si troverebbero a non poter più pagare l’istruzione a i propri figli, per quelli che verranno dopo all’università, come te, e non è giusto che trovino gli effetti disastrosi della politica di questo governo senza che si sia almeno provato a RESISTERE.

Quindi abbiamo deciso: facciamo qualcosa che si veda, che abbia forma colore e consistenza.

Abbiamo messo su un piccolo villaggio, di circa 40 tende, siamo qui, a turno, anche sabato e domenica, tutte le sere, a volte tanti, a volte pochi. Dalle sei, quando terminano le lezioni ufficiali, qui si accende il fuoco, vicino al focolare si tengono assemblee, seminari, si organizzano insieme ai docenti lezioni in piazza per il giorno dopo, si discute e poi si cucina per tutti e si fa anche festa, perchè non si resiste senza un po’ di allegria, non invece vogliamo resistere e a lungo, ci siamo costituiti in una piccola società, di cittadini coscienti e consapevoli, qualsiasi sia la strada che ci troviamo davanti, ora, sappiamo camminare, sappiamo quali sono i nostri obiettivi, i valori che vogliamo difendere, non ci fermeranno tanto facilmente, tantomeno desisteremo per qualche “avviso ai naviganti”.

A presto Italia,
vieni a trovarci,

Elisa Mascetti del collettivo “IL FAGGIO” e l’Assemblea del libero campeggio occupato.

2 Comments on “Cara Italia, gli Studenti ti scrivono”

  1. #1 Valeria
    on Ott 28th, 2008 at 23:17

    Mi sono commossa,grazie per queste parole.Ora più che mai l’unione farà la forza.

  2. #2 polissena
    on Ott 30th, 2008 at 1:41

    grazie a sere che lo ha postato e ad elisa che ha scritto questa lettera.. chissà ragazzi, chissà… io alterno frasi di cinica lucidità (soprattutto dopo aver visto come sia labile il confine fra la manifestazione pacifica e i manganelli) e di grande entusiasmo (come oggi, dopo la emozionantissima assemblea con i docenti di giurisprudenza).
    sento che tutto è in bilico, ho paura ma ci credo, ma ho paura eppure ci credo. continuiamo così, non molliamo, continuiamo ad essere Cittadini.

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