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LA SOLITUDINE DI UN SINDACO

WWW.LIBERAINFOMAZIONE.IT 29/4/09

Dimissioni del primo cittadino di Castelvolturno. Lorenzo Diana: il fiato della camorra pesa sul collo della politica

Soli non si può. Francesco Nuzzo, eletto sindaco di Castelvolturno nell’aprile 2005 alla testa di una maggioranza composta da Ds, Margherita e due liste civiche, ha gettato la spugna. Dopo 4 anni in cui si è trovato a combattere, troppo spesso solo, contro la camorra e contro gli stessi esponenti della sua maggioranza, ha
scelto di consegnare le sue dimissioni per dare un segnale forte. Il punto della situazione con Lorenzo Diana, ex deputato del pd e membro per 10 anni della Commissione Nazionale Antimafia.

Sen. Diana che peso ha avuto la camorra nelle dimissioni di Nuzzo?

La camorra c’entra molto perchè è fortemente radicata in quelle zone. Ha fatto sentire il proprio peso sul passaggio in Consiglio comunale di strumenti importanti per la gestione del territorio come il piano di commercio, quello delle spiagge e il piano urbanistico comunale.

Dato lo scenario di Castelvolturno, punto di incontro tra gli interessi della camorra e della mafia nigeriana, quale scenario si potrà aprire con queste dimissioni ?

Sicuramente sarà impossibile mantenere gli equlibri politici. A Castelvolturno si sente forte il fiato della camorra sul collo della politica, tanto che in passato ci sono stati diversi episodi di trasformismo.

Nuzzo ha dichiarato che lo hanno lasciato solo a livello locale contro la camorra. Quanto sono presenti le istituzioni sul territorio?

In questa dichiarazione c’è una buona dose di verità. La politica si fa sentire solo nei momenti di emergenza e nulla più. Dopo la strage di Castelvolturno, lo Stato ha inviato l’esercito, ma non è diminuita la presenza della camorra nelle estorsioni o negli appalti ad esempio. I cittadini notano che le loro condizioni non mutano molto.

Pisanu a Napoli ha detto “Temo sia i camorristi che i politici collusi”. Quanti sono secondo lei i politici che fanno realmente antimafia?

I politici del sud di solito guardano dall’altra parte, tranne in rari casi come quello di Rosario Crocetta. Fin quando l’mpegno è di pochi le cose non cambieranno. Le dichiarazioni di solidarietà non bastano, bisogna rivedere interamente il modo di fare politica. Penso sia necessario avviare un processo di riforma, introducendo ad esempio delle norme che rafforzino il lavoro dei sindaci dei Comuni del sud. I partiti nazionali vedono gli scioglimenti in modo strumentale o come meri incidenti di pecorso, senza soffermarsi a capire quali sono i problemi reali e senza porre rimedi.

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