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BERLUSCONI: "GIUDICI EVERSIVI". L'Anm: "Basta insulti e invettive"

Dall’Aquila nuovo, duro attacco del premier alla magistratura
“Con le loro decisioni vogliono ribaltare il voto”

L’associazione annuncia iniziative a tutela dell’ordine giudiziario
E Mancino ricorda l’appello lanciato dal capo dello Stato



Berlusconi: "Giudici eversivi" L'Anm: "Basta insulti e invettive"

Silvio Berlusconi

L’AQUILA – “Quando con delle sentenze basate sul ribaltamento della realtà si vuole ribaltare la decisione popolare e si vuole sostituire chi è stato eletto dal popolo, questa si chiama con una parola sola: volontà eversiva ed eversione”. Silvio Berlusconi ribadisce i suoi attacchi ai “grumi eversivi” della magistratura. Stavolta lo fa dall’Aquila, durante un sopralluogo all’ospedale gravemente danneggiato dal terremoto del 6 aprile. Provocando la reazione dell’Associazione nazionale magistrati, del vicepresidente del Csm e dell’opposizione.

L’attacco di Berlusconi. ‘Ho citato l’esempio del ’94 – spiega il premier, polemizzando coi giudici – quando sono stato eletto e ho avuto un attacco della magistratura su una cosa che non esisteva, e per la quale io sono stato assolto, dieci anni dopo, con formula piena. Quell’attacco ha ribaltato il voto degli elettori. Quindi c’è stato un fatto eversivo nei confronti di un voto democratico. Volevo precisare cosa intendevo dire. Quando si tenta di andare contro chi è stato eletto democraticamente con accuse fondate su una situazione falsa, questo è un fatto eversivo”. Quindi boccia l’ipotesi di voto politico anticipato, avanzata dal ministro Maurizio Sacconi: “No”, si limita a dire a chi gli chiede un commento.

L’Anm: “Basta invettive”. “La magistratura non intende lasciarsi trascinare in una contrapposizione politico-elettorale, ma ha il dovere di non assuefarsi a questi metodi e di dire basta allo stillicidio d’insulti e invettive, che fa male al paese e alle sue istituzioni”: così replica al Cavaliere, in una nota la giunta dell’Associazione (la firmano il presidente Luca Palamara, il segretario Giuseppe Cascini e il vicepresidente Gioacchino Natoli), aggiungendo che “nelle prossime riunioni degli organi rappresentativi dell’Associazione adotteremo ogni iniziativa idonea a tutela della credibilità dell’ordine giudiziario”. La giunta dell’Anm sottolinea anche che il presidente del Consiglio dovrebbe ascoltare il monito di Giorgio Napolitano, che aveva invitato a “non abbandonarsi a forme di contestazione sommaria e generalizzata dell’operato della magistratura”.


L’appello di Mancino. Un invito a ricordare il senso delle parole del capo dello Stato arriva anche dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino. Che ricorda “la recente nota attribuita agli ambienti del Quirinale nella parte in cui viene giustamente ribadito che politica e giustizia hanno ‘una comune responsabilità istituzionale’ e perciò non possono guardarsi ‘come mondi ostili’, Abbassare, perciò, i toni dello scontro, che si è nuovamente riacceso, non è solo un auspicio, ma un preciso dovere di chi riveste ruoli istituzionali: rispettare le competenze altrui fa parte delle regole di ogni sana democrazia”.

Le critiche dell’opposizione. Nel Pd a parlare è il leader, Dario Franceschini: “La criminalità si combatte e la sicurezza si garantisce con l’impegno dei magistrati, ai quali dobbiamo dire grazie per il loro sacrificio e perché si impegnano a far rispettare la frase che è alle loro spalle ‘la legge è uguale per tutti’. Per tutti non solo per i potenti. Quindi vanno ringraziati e non criminalizzati”. Ancora più duro Antonio Di Pietro: “Eversivo è il discorso di Berlusconi, lui è un eversivo e uno piduista che sta stravolgendo le regole democratiche del Paese”.

Berlusconi all’Aquila. Al suo arrivo all’ospedale, il premier viene accolto da diversi applausi e più di una persona lo incita ad andare avanti nel suo lavoro. Una sola persona, che ha detto di chiamarsi Bruno e si autodefinisce “sfollato”, lo contesta urlandogli di “farsi processare” e di “rispondere alle domande”. Il Cavaliere non si scompone minimamente e continua a salutare le due piccole ali di folla formatesi all’ingresso della struttura.
(29 maggio 2009)

Tratto da “La Repubblica” online

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