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CITTADINI "GIORNALISTI" PER CREARE ALTERNATIVE ALLA CAMORRA

Casal di Principe (Ce), 04.06.2009 | di Stefano Fantino

Casal di Principe

Comitato Don Diana e Libera tra i promotori di un corso di giornalismo di inchiesta nei territori della camorra casalese


Casal di Principe Casal di Principe

Ieri è stato presentato a Casal di Principe presso lo sportello Assovoce il corso di giornalismo di inchiesta promosso nell’ambito del progetto ATS “CITTADINI IN CAMMINO” AREA FORMAZIONE E LEGALITA’, sotto la spinta propulsiva del comitato don Peppe Diana e del coordinamento casertano di Libera. A coordinare il corso sarà Raffaele Sardo, giornalista free lance locale, collaboratore di Repubblica.

Raggiunto da Libera Informazione, Sardo ha subito messo in luce il fine dell’operazione:  «qui non dobbiamo formare “giornalisti”, ma cittadini attivi che dal fronte della comunicazione cercheranno di dare una mano per costruire comunità aletrnative alla camorra ».

Fare un’inchiesta, infatti,  vuol dire fare un’informazione approfondita, puntuale e corretta, certamente, ma significa anche formare coscienze nei valori di uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale. Costituendo, laddove questi valori non ci sono, una alternativa. L’alternativa, in questo territorio, è soprattutto legata alla pressante visione del mondo proiettata dalla camorra, i cui segni, dall’abusivismo allo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose, all’inquinamento al degrado sociale, hanno in questi anni indotto enti e le associazioni che fanno capo al terzo settore ad innescare meccanismi di partecipazione e riappropriazione dei beni comuni.  Le ore di formazione saranno differenziate: da un lato  lezioni teoriche con seminari  tenuti da giornalisti di quotidiani, periodici, televisione e radio. Dall’altro le lezioni pratiche che consisteranno, invece, in laboratori tenuti da tecnici e giornalisti esperti, al fine sperimentare sul campo gli argomenti analizzati e facilitare l’apprendimento degli strumenti di base del giornalista televisivo, della carta stampata e del web. A tenere i seminari si avvicenderanno diversi volti del giornalismo locale e nazionale come sottolinea Sardo: «Ti posso dire che avremo dei colleghi giornalisti a svolgere dei seminari gente come Sandro Ruotolo (Anno Zero), Conchita Sannino (repubblica), Roberto Morrione (liberainformazione) Enzo Palmesano, Chiara Marasca (Corriere del Mezzogiorno), Gigi Di Fiore (il Mattino) e tanti altri».

Il corso partirà il 9 giugno prossimo con il primo appuntamento seminariale, dando il via a un percorso formativo fortemente voluto dall’impegno del “Comitato don Peppe Diana” e delll’associazione Libera, per contribuire alla costruzione di “Comunità alternative alla camorra”. In questo senso il ciclo di seminari si propone di promuovere un giornalismo di cittadinanza attiva e si integra in altri progetti. Ad esempio quello della mediateca:  «Tra poco partirà anche un altro progetto – racconta Sardo – quello della mediateca, Una banca dati in cui confluiranno tutti gli articoli di gironale, tutte le foto, tutti i filmati che riguaradno il territorio e che metteremo a dispozione degli operatori della comuncazione e delle scuole».

L’obiettivo è sempre quello di costruire costruire comunità educative, attraverso un sapere di cittadinanza che dalla scuola, all’Università, al territorio valorizzi i giovani come protagonisti di un processo permanente alla legalità e alla cittadinanza attiva responsabile. Il tutto facendo leva su un giornalismo, di inchiesta, che possa promuovere la capacità dei cittadini di tenersi informati e avere strumenti innovati e vari d’informarsi.

Per ora il corso ha contato trenta adesioni, soprattutto ragazzi, e non sempre con pregresse esperienze giornalistiche, ma molto interessati. Anche perchè dopo la conclusione del progetto, 93 ore. Di cui 21 ore di  seminari e 72 ore di laboratorio sul “campo”, una delle ipotesi  per i ragazzi partecipanti al corso è quello di verificare se c’è anche la possibilità di costituire una cooperativa di persone che potranno avere sbocchi occupazionali nel settore della comunicazione, come ci sottolinea Raffaele Sardo in conclusione.

Una forte presa di coscienza nell’opinione pubblica al fine di fare maturare in essa le condizioni per superare la cultura della illegalità. Un’altro segno importante, coraggioso, che farà germogliare un’alternativa alla sfiancante morsa della camorra.

Tratto da Liberainformazione

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