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NON LASCIAMO SOLA TEHERAN

Tratto dal sito di Libera

Protesta di studenti in Iran

Le notizie che giungono da Teheran sono drammatiche. L’Onda Verde continua coraggiosamente a manifestare sfidando, con compostezza pacifica, le pallottole per nulla affatto metaforiche del regime clerico-fascista.

Queste giovani e questi giovani, queste persone comuni che, rischiando la vita, sognano più libertà e chiedono il rispetto della volontà popolare (con un voto regolare), meritano tutta la nostra ammirazione ed il nostro sostegno.

Non è questo il momento dei distinguo accademici sul tasso di democraticità e laicità dell’attuale opposizione politica.

E’ il momento, invece, di mobilitarsi subito, insieme!

E’ necessario che, anche in Italia, ci uniamo alle proteste davanti all’Ambasciata di Roma, ai vari consolati, nelle diverse piazze, per fare sentire che Tehran non è sola!

La pressione dell’opinione pubblica internazionale potrà, forse, evitare all’umanità tutta la vergogna di una Tehran-men annunciatrice di nuovi lutti e nuove guerre.

Ci sono alcuni momenti che decidono la Storia, la quale per lo più non procede secondo i nostri schemi precostituiti.
Ne stiamo vivendo uno. Il regime clerico-fascista di Tehran è in bilico, ci dice anche l’Associazione degli studenti iraniani in Italia, e non è escluso che crolli pure subito (anche se è chiaro ormai che è comunque condannato, basta aspettare: è questione che il Movimento di base allestisca e cementi una nuova organizzazione autonoma, che ancora non ha ).

Se passa oggi l’Onda Verde evitiamo una possibile guerra nucleare limitata. Anche se l’Iran non diventa “democratico” come l’Italia (per quello che può significare questa parola, anche in Italia).
Se invece vince il “colpo di Stato” di Ahmadinejad è fortemente probabile che ci arriviamo. E la paghiamo tutti, ambientalmente (mini-inverno nucleare, fall out molto più grave di Chernobyl) ed economicamente (petrolio a 300 dollari il barile, collasso economico generale).
Scusate la laconicità, ma accanto a chi ci sostiene, ci sono anche quelli che protestano per le “troppe parole” che impiegheremmo. (Nessuno è perfetto, ed evidentemente dovremmo imparare ad essere più sintetici). Queste “parole” hanno comunque procurato contatti con gli studenti iraniani in Italia, che si sono ieri riuniti a Bologna per lanciare per giovedi prossimo una giornata di mobilitazione nazionale. (Le interrogazioni parlamentari, dovute anche all’iniziativa di Francesco Lo Cascio, sono il meno). Si comincia quindi a lavorare per le “Ambasciate di Pace”.

Consiglieremmo di dar retta al vecchio detto: meglio attivi oggi che non radioattivi domani.
Ripetiamo – e scusate la prolissità – ci sono forze che hanno già deciso di scatenare la guerra contro l’Iran. E’ stato documentato, quindi anche qui risparmiamo parole per coloro non l’avessero capito
ed hanno, in questi giorni decisivi, cose più importanti di cui occuparsi. (Le “parole” servirebbero tra l’altro a inserire questo rischio concreto di “guerra nucleare limitata” nelle altre guerre che già stiamo combattendo, vedi Afghanistan).
Una domanda, rivolta ai “perditempo” come noi: qual’è il modo migliore per prevenirla – la guerra? Forse, come sinora abbiamo fatto in altre occasioni, additare non credibilmente e falsamente, a buoi scappati, ogni responsabilità ad un unico “cattivo” ideologicamente definito? O non piuttosto “unire subito i buoni”, stabilire un ponte di dialogo e di pace tra le società civili, far capire all’opinione pubblica di questa parte che, laddove queste forze militariste già entrate in guerra ci stanno spaventando e ci spaventeranno con la campagna contro i nuovi Hitler di Tehran, anche dall’altra parte c’è gente come noi, che vuole lavorare tranquilla e vivere con un minimo di “libertà” e “democrazia”?
La risposta, per quanto ci riguarda, la sapete. E richiede non parole, ma azione subito, ora che serve. Ci vediamo giovedi nelle piazze. A buon intenditor…

Per avere maggiori info e sapere come aderire visita il sito di Libera


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