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UN'ESTATE… DA PAURA

Caldo, troppo caldo. Così caldo che siamo quasi instupiditi. Fa caldo di notte e non dormiamo bene. Fa caldo di giorno e siamo tutti troppo affaticati da queste temperature post-surriscaldamento globale, talmente tanto affaticati da non renderci conto di quello che capita, purtroppo, nella nostra afosa estate.

Basta dare un’occhiata ai giornali per rendersi conto che qualcosa non va, che siamo proprio sulla rotta sbagliata.

Immigrati che attraversano mari senza cibo nè acqua nè spazio vitale, per morire affondati e affogati come scarpe vecchie; morti la cui storia nessuno conoscerà mai- chissà quali drammi, quali speranze e quali percorsi per giungere a quel mare periglioso ed assassino.

Immigrati che arrivano al fondo della traversata, sbarcando in una terra ove son criminali prima ancora di respirare e di chiedere soccorso.

Nella terra che li accoglie con manette e sbarre (e non con lavoro e cibo, come nei sogni delle ore più lunghe) un barbaro figlio d’arte, tale Renzo Bossi (figlio di cotanto padre!) si inventa il giochetto perditempo, per i lobotofacebookati,  “Rimbalza il clandestino“: ogni vero leghista deve provare la propria dedizione alla nazione padana affondando barche di clandestini che circondano le patrie coste.

Un rigurgito di sensibilità ha cancellato quel gioco -tristemente vero- dalla rete, dopo un coro di proteste. Era troppo, perfino per una nazione sopita come la nostra.

Eppure il torpore continua: per questo accettiamo di vedere giovani ciellini che, al meeting di Rimini (Grande Raduno Annuale di ogni Vero Fedele), si preparano a festeggiare i 90 anni del 7 volte Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, alias Il Divo. Lo stesso Giulio Andreotti perseguitato dal complotto macchinoso di Caselli, e alfine prescritto, con una sentenza che parla- o meglio scrive, nero su bianco- di rapporti con la mafia “concretamente ravvisabili” fino alla primavera del 1980.

In questo mondo capovolto – in cui la fortuna sorride a chi vince al superenalotto e a chi evade le tasse e pure a chi si fa la plastica al seno – abbiamo l’obbligo di restare svegli, di non cedere al torpore del “tanto fanno tutti così”, “tanto non si può cambiare nulla”.

Io non ci sto, a vivere in un paese in cui perfino l’amore italo-clandestino diventa illegale.

Non è il mio paese. Anzi, penso che non sia il Nostro paese.

Rimbocchiamoci le maniche, e buon lavoro a tutti.

Margherita Baldarelli

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