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"PAZZI PER LA RADIO": IN ONDA I RAGAZZI ANTI-CAMORRA

da La Repubblica, edizione di Napoli

di Beniamino Daniele

Lavorano al fianco di figli di detenuti e orfani delle faide di camorra in un quartiere dove la scuola si abbandona presto e il confine tra le prime effusioni amorose e una violenza sessuale è sempre molto labile. Sono i venti volontari del centro Peppino Impastato di San Giovanni a Teduccio, quartiere a est di Napoli, che dal 2004 si impegnano al fianco di giovani a rischio.

Un lavoro di frontiera, fatto con pochi spiccioli che però in questo periodo non si riescono a recuperare proprio da nessuna parte. Ottomila euro di affitto arretrato, più qualcosa per la gestione mensile delle attività. Questa è la cifra di cui hanno bisogno i ragazzi per portare avanti i loro progetti. Una cifra enorme per i volontari, tutti studenti poco più che ventenni che impiegano il loro tempo libero nel centro; una cifra tutto sommato irrisoria per gli enti pubblici e i privati che a più riprese hanno promesso un aiuto che poi non si è mai visto.

«Qui arrivano ragazzi difficili – spiega Michele Langella, responsabile del centro -. molti sono figli di camorristi, qualcuno ha entrambi i genitori in carcere e altri sono orfani delle faide di camorra». «Spesso vengono ragazze che hanno le loro prime esperienze sessuali – dice Antonella Salvati, una volontaria dell’associazione -. Mi chiedono consigli, ma mi confidano anche i tentativi di violenze che subiscono tutti i giorni. Qui è difficile dire no a un uomo, anche se ha poco più di tredici anni». Sono tante le attività che mettono in campo i volontari del centro Impastato a cominciare dalla mattina con le lezioni per i ragazzi espulsi dalle scuole. L’anno scorso 8 su 8 hanno superato l’esame di terza media e tutti sono stati avviati ai corsi di formazione professionale della Regione Campania.

Nel pomeriggio, spazio al doposcuola e ai vari laboratori: informatica, musica, il progetto Radio onda pazza, la web radio anticamorra che prende il nome dal programma di Peppino Impastato su Radio aut e, soprattutto, il laboratorio di lavorazione del legno. Qui i ragazzi imparano le tecniche di intarsio, ma anche il riciclaggio e la sicurezza sul lavoro. Il legno utilizzato infatti lo recuperano dalla strada o dagli scarti delle falegnamerie e quando è inutilizzabile lo tritano assieme ai giornali e lo riciclano per fare cartapesta. Lavori rigorosamente svolti con mascherine, guanti di protezione e con standard di sicurezza da fare invidia a tante grandi aziende.

Tutto questo potrebbe finire a causa di 8 mila euro di debito. Soldi promessi lo scorso ottobre dalla commissione regionale Contro la camorra e la criminalità, ma mai arrivati. Soldi che non hanno trovato i tanti privati ai quali si sono rivolti i ragazzi del centro e soldi che non ha potuto stanziare neanche la presidenza della Repubblica che con una lettera della segreteria ha risposto picche ai giovani di San Giovanni.

«Bisognerebbe guardare bene come vengono distribuiti i soldi alle associazioni di volontariato – accusa Langella – Se si facesse l’1% di quello che si dichiara, San Giovanni sarebbe un paradiso». E adesso a rischio ci sono tanti altri progetti che potrebbero restare solo sulla carta.

«Stavamo lavorando al bando scuole aperte che avrebbe coinvolto circa 50 ragazzi impegnati in minireportage video in giro per il quartiere – spiega Langella -. Poi abbiamo l’assistenza in cinque scuole del quartiere ‘Bronx’, un laboratorio sul ruolo della donna nella camorra, un altro sulla subcultura dei cantanti neomelodici, uno scambio culturale con la Sicilia nell’anniversario della morte di Peppino Impastato. E poi un sogno – conclude Langella – Con 5 mila euro potremmo portare 20 ragazzi in vacanza a luglio, quando anche le scuole sono chiuse. Per una settimana verrebbero strappati alla strada ed eviterebbero le spiagge della zona che sono inquinate, piene di ferri arrugginiti e siringhe».

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