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Comunicato da Palazzo Campana Occupato

Da martedì prossimo alla Camera dei Deputati inizierà la parte finale dell’iter di approvazione del DDL “Gelmini” destinato a distruggere l’università e la ricerca pubblica di questo Paese. 368 giorni fa, il 17 novembre 2009, a Torino occupammo il rettorato della nostra università per denunciare i rischi enormi di questa proposta di legge, che racchiude in sé tutte le contraddizioni politiche e sociali che la nostra generazione si trova a dover combattere: un futuro di precarietà; la cancellazione della democrazia dai processi decisionali; la mercificazione della conoscenza; la ricerca insensata del profitto da ogni attività sociale e culturale.


Le riforme del ministro Gelmini sono state accompagnate dall’asfissiante retorica sul “merito”. Dopo un anno di battaglie, siamo riusciti a smascherare questa ideologia per ciò che veramente è: un cavallo di troia tramite cui far passare privatizzazioni, riduzione dei diritti e torsioni autoritarie. La presunta volontà di premiare i “migliori”, senza garantire le medesime opportunità e prescindendo dalle condizione socio-economiche di partenza, richiama quel concetto, [che è] il classismo, che speravamo di non dover più denunciare.

Consapevoli della forza delle nostre ragioni abbiamo occupato e bloccato il 17 novembre palazzo Campana, oggi sede di Matematica, un tempo storico focolaio del sessantotto torinese.
Il livello di maturità espresso dagli studenti, dai ricercatori e dai lavoratori apre profonde riflessioni sulle potenzialità di questo movimento: oggi più che mai in grado di invertire una rotta intrapresa da una politica pensata per avvantaggiare l’interesse dei pochi sull’interesse dei tanti.
L’attuale opposizione frontale a questa legge, richiede pratiche che obbligano il mondo dell’università ad uno scatto di consapevolezza maggiore per rispondere, qui ed ora, a chi intende approvare la riforma.

Attenzione: martedì il DDL sarà alla Camera. In questi pochi giorni spetterà a noi impedire l’approvazione di una riforma che attenta al futuro di questo paese e della nostra generazione.
Pochi giorni in cui tutti noi, studenti e studentesse, ricercatori, precari, lavoratori e cittadini, abbiamo il dovere morale di riunire e organizzare le forze per evitare a qualsiasi costo che una Legge dello Stato sancisca la morte dell’istruzione pubblica in Italia.
Invitiamo, esortiamo ed auspichiamo che ogni ateneo e scuola del paese, a partire dall’esperienza torinese, si mobilitino e mettano in campo tutta la forza di cui sono capaci, poiché solo con un grande movimento nazionale saremo in grado di riprenderci il nostro futuro.

tratto da: http://www.youtube.com/watch?v=dqFRvl_nAlY

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