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I MILLE DI CALATAFIMI

Studenti corleonesi vincono il premio giornalistico dedicato a Mauro Rostagno. Caselli ai giovani: «rinunciare a compromessi e denunciare illegalità»

 Molti di loro sono partiti alle prime luci dell’alba con tanto sonno e un pizzico di emozione. Altri sono        giunti da province più vicine e molti altri ancora hanno seguito a distanza questo concorso giornalistico    che li ha visti lavorare con 56 scuole della regione su informazione e antimafia. All’appuntamento con la    quarta edizione del premio “Mauro Rostagno” sono arrivati in seicento, una delegazione degli oltre mille  partecipanti. I Mille di Calatafimi Segesta: giovani impegnati e curiosi intenzionati a capire quale possa  essere oggi il ruolo della società civile nella lotta alle mafie. A Calatafimi Segesta al premio organizzato  dal presidio locale di Libera e dal settore informazione e formazione dell’associazione, ad attenderli,  quest’anno c’è il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli.

A selezionare i lavori realizzati dai ragazzi una commissione di giornalisti presieduta dal direttore della sede Rai Sicilia, Salvatore Cusimano, i colleghi, Rino Giacalone (collaboratore di numerose testate nazionali, da Libera Informazione al Fatto quotidiano) Manuela Modica, collaboratrice per L’Unità e Repubblica, Renato Camarda, già direttore de “L’Isola Possibile” responsabile del settore informazione di Libera a Catania e Davide Mancuso, redattore de “A Sud d’Europa”, testata del Centro Studi Pio La Torre. Il primo posto, fra i cinque finalisti, è andato al gruppo di studenti del liceo di Corleone, rappresentati da Bianca Rumore.

 

Il Faccia a Faccia

Dall’importanza del riutilizzo sociale dei beni confiscati, al ruolo della società civile contro le mafie, dal ritardo del Centro Nord nel contrasto alle mafie alla “credibilità” della politica su questo tema, gli studenti hanno realizzato una intervista a più voci al magistrato a lungo impegnato nella lotta a mafie e al terrorismo nel nostro Paese. Un dibattito intenso che ha visto i finalisti impegnati con domande frutto del lavoro di gruppo ma anche “domande libere” scaturite dal confronto con il procuratore. «Il lavoro di Libera e delle associazioni antimafia dimostra che e’ possibile seguire una strada di legalità e di indipendenza dal giogo mafioso, librando il territorio dal controllo della criminalità – ha dichiarato durante il confronto, il magistrato Caselli. Accanto a questo, servirebbe l’apporto decisivo delle istituzioni che troppo spesso abdicano al loro compito lasciando ai mafiosi l’opportunità di garantire i diritti fondamentali». «Per questo invito i giovani – ha aggiunto – a vivere il presente senza compromessi, denunciando cio’ che non va, senza pensare che tutto sia immutabile ma con la consapevolezza che il domani lo costruiamo oggi. Vivendo nel coraggio e nell’impegno collettivo contro le ingiustizie e l’illegalità». Il procuratore Caselli è stato accolto dai ragazzi con “particolare affetto e riconoscimento” – come ha sottolineato il referente del presidio di Libera a Calatafimi Segesta, Vito D’Angelo, animatore e ideatore del premio giornalistico. La Commissione, composta da colleghi giornalisti, ha evidenziato, attraverso la voce del presidente, Salvatore Cusimano, “la qualità e la pertinenza dei lavori giunti alla Commissione e anche la capacità dimostrata dai ragazzi di gestire l’intervista dal vivo” e poi proclamato vincitori di questa quarta edizione i giovani studenti del liceo don Colletto di Corleone, portavoce Bianca Rumore. Bianca, preparata e motivata, ha un bel viso e una voce pacata ma determinata e rappresenta (confermandolo) il volto pulito della nuova generazione di corleonesi che ha visto nascere sul proprio territorio il riutilizzo sociale dei beni confiscati e un’antimafia sociale e istituzionale. Oggi sa di trovarsi, su questo tema, un passo avanti a molti altri. Le domande realizzate con i compagni di scuola sono ispirate da questo esempio concreto di antimafia sociale ma anche da una capacità di intravedere quanto oltre la linea Gotica, al Nord, la lotta alle mafie sia ancora ai blocchi di partenza.

 

Riconoscimento ai giovani cronisti “Roberto Morrione”

Durante la giornata, moderata dalla giornalista di Libera, Francesca Rispoli, è stato ricordato il direttore di Libera Informazione, cofondatore di questo premio dedicato a Rostagno, attraverso le parole del collega, Salvatore Cusimano e con un video messaggio inviato ai giovani, da Mara Filippi Morrione, moglie del giornalista. A Roberto Morrione, scomparso nel maggio scorso dopo una lunga malattia, il presidio di Libera a Calatafimi Segesta, ha voluto dedicare un riconoscimento. Concordato con i familiari del giornalista scomparso e guardando alle nuove generazioni di cronisti, cui Morrione aveva dedicato particolare attenzione, nasce dunque un “Riconoscimento ai giovani cronisti”.

Questo momento simbolico sarà, di anno in anno deciso dalla Commissione dei giornalisti del premio Rostagno e concordato con i familiari di Roberto e dedicato “a giovani giornalisti, free lance, volontari dell’informazione, singoli cittadini o associazioni che si siano distinti nell’ultimo anno per aver portato avanti una battaglia per i diritti sul territorio siciliano, aver illuminato una storia nascosta e/o portata all’attenzione dei mass media e dell’opinione pubblica”. In questa sua prima edizione a vincerlo la redazione de “Il Clandestino” di Modica. Una delegazione di cinque redattori del giornale sono arrivati da Modica a Calatafimi per ricevere questa targa che va, in particolare, all’impegno profuso sul versante delle inchieste e del racconto del territorio che – come raccontano – “è nato prima sui banchi di scuola e poi continuato nei garage di casa nostra”.

Oggi il Clandestino è una realtà che racconta non solo di Modica, di mafie e di illegalità ma anche di Sicilia. Fra le inchieste più delicate quella sulle condizioni in cui versava l’ospedale di Modica e quella sul centro commerciale della città. Sorridenti e scanzonati ma responsabili e con i piedi per terra, i redattori del Clandestino si sono aggiudicati questo riconoscimento nel nome di Morrione, che dell’informazione della “base siciliana”, come Il Clandestino (che aveva conosciuto e seguito) apprezzava sovente la qualità del loro lavoro, lo spirito di gruppo che li unisce, la passione per questo mestiere. E lo sguardo rivolto al futuro.

In quella che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha riconosciuto come la città simbolo dell’Unità d’Italia, è ancora una volta l’antimafia e il lavoro quotidiano di tanti giovani a restituire il significato più intimo di un Paese concretamente unito contro le mafie.

L’appuntamento con il premio Mauro Rostagno è al prossimo anno sempre a Calatafimi Segesta.

 

TRATTO DA  liberainformazionehttp://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=16877

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