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Sabato su Strada, per Terra, in Piazza…con biciclette di camice vestite

L’Assemblea NoGelmini si sfila le scarpe da corteo per diventare biscia protestante a due ruote.
L’incontro tra piedi e pedali si stringe a Palazzo Nuovo nel nascente pomeriggio, dove diversi studenti hanno prima infilato camici e manifesti per poi inforcare biciclette e fischietti, con obiettivo Piazza di Città e la sua Massa Critica.
La mano della protesta universitaria ha infatti proteso le dita verso il guanto cittadino, per tenere caldo il dialogo tra mondo universitario e civitas, sottolineando come l’universalità Umana sia ormai succube dei tagli imposti dalla Finanziaria.
Sotto scorta della Polizia Municipale, il fischiettante Masso Universitario Critico è scivolato nelle arterie principali della città, rallentando il nolente traffico ma velocizzando l’informazione del volente pedone.
Si è infatti avuto un riscontro molto positivo per quanto riguarda il pubblico ‘nonpagante’ della manifestazione, diverse le persone che hanno chiesto il Perchè dei camici, il Cosa i camici cerchino, il Come i camici protestino e il Quando i camici verranno (mai) ascoltati.
La meta della Biscia in Camicia è stato il Salone del Gusto, annuale e internazionale incontro di goderecce cucine cresciute su d’una Terra Madre.
E fu così che la Fata Fornella incontrò e amò il Rospo Ribelle; perché i numerosi visitatori e partecipanti al Salone hanno ben accolto i volantini della protesta, commentando e chiedendo d’averne di più, di informazioni. In tutte le lingue, con tutti i colori di occhi e di visi, il risultato è stato la comprensione totale nei confronti della protesta universitaria, ma soprattutto un’uguale coscienza critica nei confronti del Dare&Fare il sapere.
Nel ripartire alla volta di Piazza Vittorio Veneto, i camici hanno salutato le bici critiche, ringraziandosi vicendevolmente con l’augurio di poter presto ripetere l’iniziativa.
Attraversata una Torino ormai d’aperitivo, il gruppo di indomiti protestanti s’è accorpato ad altri fratelli camici, già ‘volantinanti’ per l’intera piazza. Visto il folto numero di studenti e tastata con manica (bianca) la volontà di intromettersi nei discorsi del sabato sera, i più di cento universitari si sono presi per mano e hanno danzato in fila per il centro.
Se ‘Lo studio è un diritto, non posso stare zitto’ ha riscosso gaudente successo tra il coro, la veritiera ‘se l’università diventerà privata, la Costituzione sarà dimenticata’ ha scatenato entusiasti applausi tra i cittadini astanti e passanti.
Il filo bianco ha inanellato i portici, circumnavigato le fontane del Castello, ripercorso la lunga schiena garibaldina, salutato i dadi dirimpettai del Comune. Il ritorno in piazza Vittorio è stato accompagnato da una benevola polizia, ciliegina su una perfetta torta di pubblica Informazione&Manifestazione.
Il numero elevato di partecipanti, un centinaio sia con Massa Critica nel pomeriggio che nella ‘camiciata’ serale per i portici, dimostra una volontà di farsi sentire, non legata ad una passeggera mobilitazione ma vissuta come Passione, di ragione sui doveri e per sentimento nei diritti.

‘Ci piace studiare, lasciatecelo fare!’ semplice e fresco leit-motiv ‘nogelminico’

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