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ELEZIONI ATENEO, LISTA FASCISTA "SI CANDIDI, COSì LI CONTEREMO"

Stefano Parola

da torino.repubblica.it

Rettore Ezio Pelizzetti, in un´intervista pubblicati da Repubblica i componenti della lista Arcadia si professano “fascisti del terzo millennio”.

La loro candidatura alle elezioni universitarie del 6 e 7 maggio è regolare?
«Esiste una commissione elettorale che ha il compito di valutare l´ammissibilità delle varie liste che si presentano alle elezioni. È presieduta dal pro rettore ed è composta, tra gli altri, da giuristi e da rappresentanti degli studenti. Spetta a loro stabilire l´idoneità».

Ma il leader della lista, Federico Depretis, sostiene che la commissione ha già deciso per il sì. È così?
«Non mi risulta siano già state prese decisioni. Anche perché i tempi tecnici sono abbastanza lunghi, occorre controllare i requisiti e la validità delle firme raccolte per potersi presentare. Abbiamo un regolamento con gli stessi criteri di quello per le elezioni politiche. La candidatura della lista verrà esaminata e verrà eventualmente accettata qualora risponda a tutte le caratteristiche previste dalle regole».

Ma professarsi “fascisti del terzo millennio” non è apologia di fascismo?
«Guardi io credo fermamente nel metodo democratico. Naturalmente se una lista non rispetta i criteri previsti dal regolamento universitario o dalle leggi è giusto che sia espulsa. Però ritengo che sia giusto vedere quale consenso questa lista abbia tra gli elettori. A volte escludere qualcuno significa legittimare certe posizioni».

Insomma, lasciamo decidere al popolo sovrano?
«Ripeto, se non ci sono irregolarità, vediamo quale seguito hanno, quanti voti prendono. Mi sembra il modo più democratico ma anche più pratico. Altrimenti si rischia di creare delle situazioni di vittimismo o di esclusione a priori che non sarebbero positive. Invece penso che sottoporli al giudizio degli elettori non sia sbagliato».

Nell´intervista il leader della lista Arcadia, Federico Depetris dice che se negli scontri a Palazzo Nuovo tra poliziotti e studenti ci fossero stati loro al posto del Fuan di certo non sarebbero usciti dal retro. Non teme che i toni siano un po´ troppo accesi?
«Intanto auspico che in occasione delle elezioni tra gli studenti ci sia tolleranza e disponibilità al confronto e alla discussione, elementi a cui l´Università dovrebbe averli educati. Poi devo dire che queste situazioni sono state molto amplificate a livello mediatico, quando invece riguardano poche decine di persone a fronte di una popolazione studentesca di oltre 70 mila ragazzi».

Dunque, nessun timore?
«Spero di non essere troppo ottimista, ma confido che a un certo punto tutta la campagna elettorale torni nei binari della normalità. Noi non abbiamo bloccato niente e ora le liste, se vogliono volantinare, possono farlo all´entrata delle strutture universitarie. Ci si concentra molto su Palazzo Nuovo, ma se tutti mi chiedessero un tavolo rischieremmo di avere pericoli dal punto di vista della sicurezza che non sarebbero tollerabili. Credo che gli spazi per esprimersi ci siano e che siano sufficienti».

C´è anche l´aspetto positivo: a differenza di altri anni in cui venivano snobbate, queste elezioni universitarie sono molto “sotto i riflettori”. Non crede?
«L´affluenza media è sempre stata attorno al dieci per cento e mi piacerebbe ci fosse una partecipazione più significativa. Anche perché se solo 7 mila studenti vanno a votare è anche un po´ una delegittimazione per il ruolo che possono assumere a livello decisionale. Sarebbe positivo se tutti insieme lavorassero per favorire la partecipazione alle urne».

Come spiega questa crescita del movimento neofascista nell´Ateneo?
«Io dico che andrebbe verificata e che sottoporsi al giudizio degli elettori non sarebbe sbagliato. Al momento non ho elementi per dire se si tratta di un fenomeno consistente o meno».

(30 marzo 2009)


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