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LIBERA BASILICATA RICORDA TIZIANO FUSILLO

Potenza, 22.05.2009 | di Marcello Cozzi

Tiziano Fusillo

Da questa mattina sui muri di Potenza, il coordinamento regionale dell’associazione Libera, ha fatto affiggere i  manifesti di Tiziano Fusillo:
il ragazzo del capoluogo ucciso a colpi di arma da fuoco il 22 maggio del 1989.

L’autore (o gli autori) di quel delitto, sono rimasti, ad oggi, impuniti. L’obiettivo di Libera, come sempre, è quello di risvegliare le coscienze attraverso lo stimolo della memoria.

Tiziano Fusillo


La lettera qui sotto è di don Marcello Cozzi, referente regionale di Libera:

“Sgranando quel maledetto rosario tutto lucano di omicidi e scomparse senza un perché e senza responsabili, incrociamo lo sguardo di Tiziano.

Era un tranquillo pomeriggio di primavera di venti anni fa, il 22 maggio. Tiziano Fusilli aveva 29 anni. Mentre lavorava nella sistemazione di alcune aiuole in via Adriatico a Potenza, giunge una moto di grossa cilindrata con due persone a bordo con i visi coperti da caschi. Lo chiamano, lui si avvicina e appena giunge a tiro, gli sparano due colpi di pistola nell’addome. Tiziano morirà qualche ora dopo.

È inutile dire che i due killer sono svaniti nel nulla, che quel buio li avvolge ormai da venti anni e che di quell’omicidio non se ne è parlato più.

Non iniziano ad essere troppi i killer in circolazione in questa tranquilla Basilicata? Non è che in realtà questa regione è stata isola felice proprio per quanti in essa si sono macchiati di tutti questi delitti facendola sempre franca? Non è davvero colma la misura delle lacrime senza una spiegazione versate in questa regione da tante mamme, tanti papà, tante mogli e tanti mariti? E quanti colletti bianchi in questa regione sono sporchi di rosso sangue? Possibile che c’è tanta cecità in certi ambienti che non si riesce a vedere la spessa coltre di mistero che da troppi anni deturpa la bellezza della nostra terra?

Dopo venti anni, squarciamo questa ennesima lunga notte, fatta di silenzi complici e di latitanti responsabilità, perché guardando gli occhi di Tiziano si vergognino coloro che continuano a difendere una verginità lucana che non c’è mai stata, ricordino anche il più piccolo particolare chi quel giorno vide qualche cosa, e non si sentano soli quanti gli hanno voluto bene e ancora oggi cercano la verità.”

da libera.it

tratto dal sito di Libera Informazione


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