E’ uscita la rassegna stampa di dicembre con gli articoli più importanti sul tema delle mafie presi dai principali giornali italiani e stranieri!
Non potete perdervela!
Ecco il link per scaricare il pdf: rassegna stampa dicembre 2013
E’ uscita la rassegna stampa di dicembre con gli articoli più importanti sul tema delle mafie presi dai principali giornali italiani e stranieri!
Non potete perdervela!
Ecco il link per scaricare il pdf: rassegna stampa dicembre 2013
Ci sono tanti motivi per lasciare la propria terra: perché non ha più nulla da offrirti, perché non ti merita, perché se non parti ora non avrai più il coraggio di farlo, perché é l’unica cosa che sai fare, l’unica cosa che da generazioni si sa fare…
Oppure puoi partire per restare.
Le ragioni per non abbandonare la mia terra le ho trovate a 1300 km da casa, a Cutro in Calabria. Lì grazie al campo di “Estateliberi!” ho visto la bellezza di chi ha deciso di restare e di non vivere trincerato dietro la paura e la propria autogiustificazione.
Umberto, emiliano trapiantato da anni a Cutro e responsabile del campo, mi ha insegnato quanto sia difficile ma allo stesso tempo necessario creare rete per poter fare antimafia, un’antimafia di opere e non solo di dichiarazioni alla stampa.
Bruno, giornalista che quando raccontava la corruzione e la miseria della Calabria non perdeva comunque l’orgoglio per la sua terra.
Raffaella, nata a Cirò che dopo la laurea ha deciso di tornare e creare assieme a Domenico, Cesare, Giuseppe, Vincenzo, Irene, Damiano e gli altri soci la cooperativa “Terre Joniche” sui terreni confiscati al clan Arena.
I miei compagni in questo viaggio, diciassette ragazzi venuti da tutta Italia, ognuno con la sua storia ma con la consapevolezza di star facendo la cosa giusta.
Parti per capire che in questa lotta non sei solo e se vuoi vincerla non puoi essere solo.
Hai bisogno degli altri per trovare la forza di svegliarsi alle 5 e mezza per andare a lavorare, hai bisogno degli altri per svuotare una cisterna dal fango, hai bisogno degli altri per tagliare l’erba, per pulire i canali, per impastare il cemento; hai bisogno degli altri quando vuoi urlare l’odio che hai dentro e non sai se quello che stai facendo servirà mai a qualcosa.
A Cutro sul muro di un ex supermercato sequestrato alla mafia hanno scritto: “Bisogna ricordarsi cos’è la bellezza, aiutare a riconoscerla e difenderla”. Forse il segreto sta proprio nella memoria: ricordarti chi sei, ricordarti da dove vieni, ricordarti che cosa sogni, ricordarti per non arrenderti ma giocare la partita fino in fondo, senza compromessi.
Anche per questo si parte: perché finalmente capisci che questa è la tua terra ed è troppo bella per lasciarla nelle mani di chi la distrugge giorno per giorno.
“Siamo uomini viaggianti, né turisti né migranti, solo la valigia in mano ed un sogno assai lontano”
-il parto delle nuvole pesanti-
A giugno è iniziato il percorso di riforma della Costituzione, propiziato dal presidente della Repubblica Napolitano nel suo discorso di insediamento alle Camere e accolto dai partiti del Governo delle intese. Il progetto di riforma è molto complesso e nel quasi totale silenzio degli organi di informazione, è difficile comprenderne le dinamiche e gli avanzamenti. Proverò qui a fare il punto della situazione , sperando di essere chiara ma non trattenendomi dall’esprimere su alcuni punti le mie critiche, in parte sono dedotte da quelle della dottrina.
Iniziamo a ripercorrere le tappe.
Il 12 giugno 2013 il presidente del Consiglio Letta, come auspicato da Napolitano, ha costituito una Commissione di 35” saggi” con funzione consultiva e presieduta dal ministro delle Riforme Costituzionali Quagliariello. Tra i 35 troviamo autorevoli professori di diritto, politologi, giudici emeriti della Corte Costituzionale e alcuni politici bipartisan ( Luciano Violante e Franco Frattini ). Nei mesi di luglio e settembre, la commissione ha conosciuto le dimissioni di due donne. La prima a dare le dimissioni è stata Lorenza Carlassare , professoressa di diritto costituzionale all’Università di Padova e firmataria dell’appello la ” via maestra ” che mira a porre al centro della discussione politica l’applicazione dei diritti sanciti in Costituzione e a impedirne una sua modificazione infelice e scellerata. La sua decisione maturò a seguito della sospensione dei lavori del Parlamento per la decisione della Cassazione sul processo Mediaset di Berlusconi. A seguirla e sempre per il contrasto con le mosse del Pdl è stata Nadia Urbinati, politologa della Columbia University. Entrambi i casi sono sintomatici di un clima non adeguato per metter mano alla costituzione.
La commissione degli ormai 33, ha presentato lo scorso 18 settembre la bozza della relazione finale per le riforme costituzionali ( è in corso il coordinamento ). Questa è articolata in sei capitoli che toccano il bicameralismo, il procedimento legislativo, la forma di governo e il sistema elettorale.
Nell’introduzione si legge : ” le riforme costituzionali rappresentano la priorità più importante da realizzare nell’interesse del Paese [ …] Un ruolo centrale nel percorso di riforme è la definizione di una procedura coerente, trasparente, rispettosa di tutte le garanzie di democraticità”. Inutile sottolineare come questi presupposti di trasparenza e democraticità siano assolutamente privi di riscontro nella realtà e inoltre la priorità sembra derivare più da un’emergenza politica di ingovernabilità che dall’interesse del Paese.
Non entro ora nel merito del progetto di riforma perchè voglio continuare ad analizzare il percorso in atto ,che sta portando alla deroga dell’art. 138 Cost.
La Costituzione italiana, come tutte le costituzioni moderne, è rigida nel senso che per la sua revisione ,è necessario seguire un procedimento aggravato rispetto al normale iter legislativo. La rigidità permette di difendere la Costituzione dagli arbitri delle maggioranze di turno e consente che le modifiche vengano condivise dalla più ampia parte possibile della popolazione attraverso un più ricercato dibattito parlamentare e maggioranze qualificate per l’approvazione.
I costituenti hanno voluto quindi subordinare le riforme costituzionali al ricostruirsi di un contesto di dialogo e partecipazione come quello in cui la Carta ha preso forma. Dialogo e partecipazione che non possono soggiogare a pretese di celerità e a interessi di politica economica / finanziaria ( la società finanziaria JP Morgan ha dichiarato che le costituzioni antifasciste impediscono l’integrazione europea in quanto contrasterebbero con le politiche di austerity ).
Il Parlamento stesso lo scorso maggio con due mozioni ,ha esortato il Governo ad assumere l’iniziativa della riforma, indicandone i contenuti a larghe linee. Questo è il primo segnale di quanto l’iter avviato sia lontano dal disegno costituzionale : il Parlamento, sede naturale in cui i nostri rappresentanti dovrebbero dialogare nell’interesse della popolazione per scrivere la riforma, ha riconosciuto implicitamente la propria inadeguatezza a svolgere tale compito!
Il 10 giugno si è avviato invece l’iter per la promulgazione di una legge costituzionale di deroga all’art. 138 Cost. , la quale detta una rigida scansione temporale per arrivare alla modifica della seconda parte della Costituzione.
In questa data il Governo ha presentato al Senato il disegno di legge costituzionale 813 chiedendo , ai sensi dell’art. 77 reg. Senato, la dichiarazione d’urgenza per il dimezzamento dei tempi di approvazione .
<<Quando per un disegno di legge o in generale per un affare che deve essere discusso dall’Assemblea sia stata chiesta dal proponente, dal Presidente della Commissione competente o da otto Senatori la dichiarazione d’urgenza, il Senato delibera per alzata di mano. La discussione sulla domanda, alla quale può partecipare non più di un oratore per ciascun Gruppo parlamentare, e la votazione hanno luogo nella prima seduta successiva alla presentazione della richiesta stessa. L’approvazione della dichiarazione d’urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà. >>
Questa anomalia è solo il primo passo verso un contingentamento dei tempi di tutto il processo di riforma.
Dopo solo un mese il ddl 813 è stato approvato in prima deliberazione al Senato , il 10 settembre è stato approvato alla Camera e dopo esattamente 3 mesi ,è passato di nuovo all’esame del Senato per la seconda deliberazione. Il 23 ottobre è stato approvato con la maggioranza dei 2/3 – ciò preclude la possibilità di chiedere il referendum confermativo.
La Camera potrà approvare prima di Natale e in questo modo si darà il via all’iter di riforma, incentrato sulla Commissione dei saggi e sul Comitato dei 40. Vediamo ora in cosa consiste il meccanismo contenuto nel ddl costituzionale.
Il ddl prevede la costituzione di un comitato bicamerale di 40 parlamentari (20 deputati e 20 senatori) nominati d’intesa dai Presidenti delle Camere tra i membri delle commissioni permanenti affari costituzionali e su designazione dei Gruppi parlamentari. I criteri utilizzati per la nomina saranno sia la consistenza numerica di gruppi, sia i voti conseguiti da ciascuna lista e dalle coalizioni ad essi riconducibili.
Il comitato sarà presieduto dai presidenti delle commissioni permanenti per gli affari costituzionali di Camera e Senato. Compito del comitato sarà quello di esaminare i progetti di legge di revisione costituzionale dei titoli della seconda parte della Cost. concernenti il Parlamento, il Presidente della Repubblica , il Governo e le Regioni , province ed enti locali. Ma attenzione : il testo specifica che la competenza si estende anche all’esame e all’elaborazione delle modificazioni, strettamente connesse, ad altre disposizioni della Costituzione o di legge costituzionale. Questa previsione , apparentemente innocua, potrebbe portare a sconfinamenti al di là dei titoli indicati e difficilmente potrà negarsi il requisito della connessione, essendo l’impianto Costituzionale giustamente unitario e interdipendente.
Il comitato esamina i progetti in sede referente ,in base alle norme dettate ad hoc dalla legge costituzionale e al regolamento della Camera dei deputati in quanto applicabile. Ciò significa che si vuole derogare anche all’art. 72 , 2 comma Cost. , il quale afferma: << la procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni in materia costituzionale [..] >>. Tale deroga si ricava anche dal fatto che una volta approvato il progetto entro 3 mesi da parte di una camera , l’altra deve approvare entro i 3 mesi successivi : si impedisce così alla seconda camera di introdurre modifiche al progetto approvato dalla prima.
Precisiamo ulteriormente in cosa in cosa consista il contingentamento dei tempi .
La riforma deve avvenire entro 18 mesi, per stare all’interno dei quali sono previste scadenze rigide :
– i presidenti del comitato assegnano un termine entro il quale si devono presentare le relazioni e pervenire alla votazione del progetto
– si trasmette il progetto ai presidenti delle camere che fissano una data per la votazione finale
– nella discussione alle camere possono essere presentati emendamenti ma è consentito di presentarli fino al giorno precedente l’inizio della seduta, solo a un presidente di gruppo o almeno 20 deputati o 40 senatori : di fatto viene depauperato il peso di ciascun parlamentare.
– 6 mesi per la presentazione ai presidenti delle Camere del progetti esaminati in sede referente dal Comitato
– 3 mesi per l’approvazione da parte della camera che per prima iscrive il progetto all’ordine del giorno e approvazione nei successivi 3 mesi da parte dell’altra camera
– il progetto sarà approvato con due deliberazioni da parte di ciascuna camera con un intervallo non minore di 45 giorni ( invece che 3 mesi ).
C’è da chiedersi dunque quanto ,l’esigenza di ponderazione e riflessione , anche da parte dei cittadini, su una riforma così radicale dell’organizzazione della Repubblica, sia compromessa da una tale stretta sui tempi.
Unico aspetto che può essere ritenuto positivo di tale procedimento derogatorio , è la possibilità di richiedere il referendum confermativo anche nel caso in cui in seconda deliberazione, la riforma sia approvata con la maggioranza dei 2/3. L’art. 138 Cost. infatti impedisce tale possibilità e anche se nella previsione dei padri costituenti, si voleva impedire che minoranze esigue ponessero un veto sulle riforme condivise da vaste maggioranze, nella situazione odierna la possibilità di andare a referendum non può che essere un utile strumento, per colmare l’affossamento della sovranità popolare causato dalla una legge elettorale che impedisce l’effettiva rappresentatività .
C’è da dire però che , come si è anche espressa la Corte Costituzionale ( in merito a referendum abrogativi ma ritengo di poter trasferire il discorso a quello confermativo) , il fatto che i cittadini siano chiamati ad esprimersi su quesiti eccessivamente ampi , impedisce l’esercizio del voto libero e consapevole come sancito all’art. 97 Cost. Confermare o meno in blocco il progetto di riforma , non permette si esprimersi sui singoli punti : ad esempio si può essere d’accordo con il superamento del bicameralismo perfetto e non con il presidenzialismo.
Ecco quindi che sarebbero auspicabili riforme puntuali e chirurgiche , tali da non vanificare la garanzia del referendum costituzionale.
Per concludere , ricordo solo come il tentativo della bicamerale per le riforme costituzionali del 1997 , sia fallita per essersi insediata in un contesto politico nel quale i partiti , messi alle strette da reciproci ultimatum , non furono in grado di intraprendere un confronto sano nel merito della riforma.
Contesto facilmente assimilabile all’attuale.
Nel 2006 invece, il tentativo di riforma complessivo della seconda parte della Costituzione, che presentava modifiche riprese dalla relazione dell’odierna commissione di saggi, fu bloccato dal referendum confermativo che vide oltre il 63% della popolazione contraria
Vogliamo davvero proseguire su questa strada?
Credo che sia dovere e interesse di tutti mantenere viva l’attenzione sulla nostra Costituzione e interrogarsi su ciò che sta accadendo; soprattutto se il suo processo di riforma e la movimentazione popolare di contrasto ( mi riferisco alla via maestra ) sono tenuti diligentemente lontani dai riflettori.
<< Ci sono due emigranti, due contadini che traversavano l’oceano, su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca, con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora uno di questi contadini, impaurito, domanda a un marinaio “ ma siamo in pericolo?” e questo dice “secondo me, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda.” Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno, dice: “Beppe, Beppe, Beppe”,….“che c’è!” … “Se continua questo mare, tra mezz’ora, il bastimento affonda” e quello dice ”che me ne importa, non è mica mio!” >> – Piero Calamandrei nella Lezione all’Università di Milano 1955.
Sara Secondo
Teatro Piccolo Regio di Torino
Piazza Castello 215
Martedì 23 aprile ore 21,00
Toghe Rosso Sangue
uno spettacolo di Francesco Marino
scritto da Giacomo Carbone
ispirato da Paride Leporace
con Francesco Polizzi, Emanuela Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso
Dalla morte della giustizia alla giustizia della morte una linea rossa, del rosso del sangue, unifica tristemente l’Italia nella sua storia più cupa. Nell’arco di 25 anni, dal 1969 al 1994, 27 magistrati italiani hanno perso la vita per mano della mafia, della ‘ndrangheta, del terrorismo rosso, di quello nero, di soliti ignoti o di tristemente noti. Con pochissime eccezioni, oltre alla pena di morte decretata dai mandanti e decantata dagli esecutori, tali magistrati hanno subito una nuova morte: l’oblio.
Per rendere giustizia a questi martiri della Giustizia nasce Toghe rosso sangue, primo libro di Paride Leporace, fondatore del quotidiano Calabria Ora e direttore del Quotidiano della Basilicata, giunto oggi alla quinta edizione e adattato drammaturgicamente da Giacomo Carbone.
La storia di questi giudici attraversa la storia dell’Italia: dagli errori giudiziari verso il singolo cittadino ai processi sommari dei Nuclei Armati Rivoluzionari, dal Padrino di Coppola e Brando alla Magliana di Placido e Scamarcio, dalle micce corte di Prima Linea ai lunghi strascichi di Via D’Amelio, dalla sabbia e dal vento della Calabria alle vendette delle ‘ndrine per le vie della grigia Torino, dalle stragi di Stato allo stato di scomparso di Paolo Adinolfi. Quattro voci, quattro attori, quattro anime avvolte da un’atmosfera tra il realismo e il noir e da una scenografia essenziale, che mirano con rabbia e con amore ad un teatro che non spettacolarizza ma, senza condanne né valutazioni politiche, silenziosamente grida un omaggio a uomini morti nell’adempimento del loro dovere: un omaggio al loro senso dello Stato. Un vecchio Stato di appena 150 anni.
Costo Biglietto € 10,00 intero- € 8,00 ridotto
Info e prenotazioni:
Marzia Martino
347/4157801
m.martino@lesenfantsterribles.info
www.lesenfantsterribles.info
Les Enfants Terribles Soc. Coop. A.r.l.
Sede legale C.da Mussano 3 – 87100 Cosenza
Sede organizzativa Via Vincenzo Monti 29F 00152 Roma
Con questo incontro ci proponiamo di spiegare in modo interattivo il nostro sistema
elettorale entrato in vigore con la legge 270 / 2005 e concentrarci sulla formula
elettorale, ossia la modalità con la quale i voti sono trasformati in seggi, per
evidenziare,anche attraverso la comparazione con sistemi di altri Paesi, come questa
possa favorire una maggiore o minore selettività. Il voto infatti, può avere diverso
peso a seconda del sistema elettorale, il quale può mirare a una maggiore selettività,
premiante i partiti maggiori, oppure a una maggiore proiettività, volta a fotografare la
composizione politica del Paese, senza escludere i partititi minori.
Attraverso l’ esposizione dei sistemi elettorali vogliamo stimolare la riflessione
sull’esercizio del voto essendo questo il principale mezzo attraverso cui, il popolo
può esercitare la propria sovranità.
Inoltre, riteniamo che una formazione sul sistema elettorale possa realmente
contribuire a risvegliare una coscienza civica, fungendo così anche da deterrente
all’astensionismo.
L’incontro si aprirà con una breve presentazione sul tema e sulla finalità
dell’incontro. A seguire, il nostro relatore spiegherà l’attuale sistema elettorale, con
particolare attenzione alla formula elettorale, illustrandone le principali articolazioni,
quali:il premio di maggioranza, estensione dei collegi, collegio uninominale o
plurinominale,sbarramenti, le diverse maggioranze nelle due camere.
Relatori:
Salvatore Borghese capo redattore di YouTrend
Lorenzo Pregliasco direttore di YouTrend
http://www.youtrend.it/
Aula 33 palazzo nuovo
ci trovate sul programma di biennale
Unilibera, associazione universitaria di volontariato per la formazione e la sensibilizzazione contro le mafie,vi invita il 21 marzo 2013 alla ” XVIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie”.
Il primo giorno di primavera è stato scelto come simbolo di speranza rinnovata, momento dedicato ai familiari delle vittime che cercano di trasformare il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace.
UNILIBERA ha organizzato la lettura dei 900 nomi da non dimenticare, nomi e cognomi dei caduti innocenti a causa della peggior piaga del nostro paese.
Alle ore 11.30 presso Palazzo Nuovo, Via S. Ottavio 20 Torino
e alle ore 13.30 presso la Facoltà di Economia, Corso Unione Sovietica 218/bis Torino
La mafia si nutre di silenzio, LIBERIAMO LE NOSTRE VOCI.
Siete tutti invitati ad unire le vostre voci alle letture. Contattateci all’indirizzo : unilibera@gmail.com
“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Paolo Borsellino
Non sempre fare impresa è facile nel nostro Paese. Spesso l’imprenditore si trova a fare i conti con le mafie che si impossessano con la minaccia e la violenza di parte dei profitti, che offrono prestiti a interessi altissimi, che impongono di acquistare materiali da determinate imprese fino a sostituirsi di fatto nelle scelte di management . Allo stesso modo deve rapportarsi ,nel settore pubblico ,con la diffusa corruzione che anzichè premiare la qualità dei progetti, dà spazio a chi è accetta di pagare qualche tangente.
In questo momento di crisi è interessante comprendere come le difficoltà dell’imprenditoria non derivino solo dall’eccessiva tassazione ma anche dall’illegalità che frena investimenti e meriti.
Per toccare la realtà ascolteremo la testimonianza della figlia di Ambrogio Mauri, imprenditore di Desio ,eccellente e all’avanguardia nel settore dei trasporti pubblici, suicidatosi nel 1997 .
Un uomo onesto che resistette per molti anni alle richieste di tangenti avanzate dalle amministrazioni milanesi dell’ ATM e che, nonostante le denunce, fu lasciato solo dallo Stato.
Quando : 7 marzo 2013 – h : 17,30
Dove : Politecnico aula 10 – c.so Duca degli Abruzzi 24, Torino
Relatori :
Rocco Sciarrone , prof. di Sociologia dell’Università di Torino
Roberta Mauri , figlia dell’imprenditore Ambrogio Mauri
Vi aspettiamo !!
Lunedì 4 febbraio – h.: 16 a Palazzo Nuovo ( aula ex presidenza di Giurisprudenza )
Il prof. Nicola Tranfaglia e don Luigi Cozzi presenteranno il corso di Storia della Mafia che si terrà lungo il prossimo semestre accademico.
Il corso afferisce alla Facoltà di Lettere e Filosofia e ha valenza di 6 cfu.
Per prendere visione del programma :
http://www.lettere.unito.it/do/docenti.pl/Show?_id=ntranfag
Bisogna conoscere la mafia per saperla affrontare!